
B-corp, quando l’impresa sposa i valori del non profit
Se ne è parlato a Milano proprio qualche giorno fa, il primo di dicembre, quando nel capoluogo lombardo si sono date appuntamento tutte le B Corp Italiane, riunite per la prima volta per condividere il significato, i valori, l’impatto di questo nuovo paradigma e per presentarsi al Paese.
L’argomento a VitaminaC interessa parecchio: perché ci troviamo di fronte a un nuovo tipo di azienda che volontariamente rispetta i più alti standard di scopo, responsabilità e trasparenza e perché siamo in quel terreno nuovo dell’economia, in cui l’anima del non profit contamina l’impresa. Un campo che, fin dal principio, abbiamo sentito essere il nostro.
Nel caso delle b-corp ci si spinge ben oltre la cooperazione e la responsabilità sociale, perché le b-corp prendono i migliori valori del non profit e li applicano all’attività imprenditoriale for profit.
Cosa ci fa capire, al di là delle etichette, che ci troviamo di fronte a una b-corp? Sicuramente il fatto che qui si investe sull’impatto ambientale, sulla società, sulla vita dei propri lavoratori in tutti i passaggi della catena di produzione, dalla fase creativa alla distribuzione senza trascurare l’impatto sulla società e sull’ambiente.
In Italia, a inizio 2016, la legge di stabilità ha introdotto questa nuova forma giuridica che favorisce la costituzione di società con finalità di lucro che agiscono però a vantaggio delle persone, delle comunità e dell’ambiente. Oggi, su 160 b-corp riconosciute in Europa, sono una trentina quelle italiane e il dato è stimato in crescita.
A mettere l’accento su questo nuovo paradigma ci sono anche voci autorevoli: «Le benefit corporation hanno un doppio scopo e avranno risultati economici migliori di tutte le altre aziende»: così per esempio ha detto il premio Nobel per l’economia, Robert Shiller.
Per approfondire: www.bcorporation.net